venerdì 23 aprile 2010

Nick Becattini

Ho,da sempre,nel campo musicale,avuto un debole per i chitarristi.Ritengo,se mi è possibile un azzardato paragone,il chitarrista un po' come il vecchio “numero 10” delle squadre di calcio (penso ai vari Platini,Maradona,Baggio),quei particolari giocatori che,senza un ruolo ben definito,erano capaci,con una magia,di farti capire il perchè del tuo amore verso il gioco del pallone.

Era da tanto tempo che avevo intenzione di scrivere qualcosa su un chitarrista nostrano,oltretutto un Amico,un Amico vero,che ritengo,senza timore di smentita,uno dei talenti più cristallini e puri,nonchè meno apprezzati,a discapito del suo reale valore,che la nostra Terra può vantare.
Questo chitarrista si chiama Nick Becattini,Nick Becattini da Pistoia.
Non starò a fare qui la disamina della sua,pur pregevole,discografia;mi incentrerò maggiormente sulle emozioni che il suono della sua chitarra ha,da sempre,generato in me,ma per fare questo bisogna analizzare anche la persona.
Persona,a detta di molti,soprattutto da chi lo conosce in maniera superficiale e occasionale,dal carattere per così dire difficile,spigoloso.
Molto schivo e non amante della “mondanità”,Nick preferisce starsene al calore della sua splendida Famiglia e ad insegnare la sua prestigiosa Arte a numerosi allievi che,giustamente,lo venerano come un Dio,salvo ogni tanto,metter su una Band (spesso con i controfiocchi),incidere un disco e fare qualche concerto.La promozione,il marketing,lo show-business sono cose a lui sconosciute.
Se lo incontrate,magari dopo un suo concerto,e andate a fargli i complimenti,niente di più semplice che lo vediate schernirsi,quasi a minimizzare i complimenti che gli state facendo.Ho toccato più volte con mano questo suo aspetto.
A volte,dentro di me,mi sono pure arrabbiato per questa sua mancanza di giusta “arroganza” che molti suoi colleghi molto ma molto meno dotati di lui hanno;eppure alcuni di loro sono spesso più considerati,forse perchè ricorrono a trucchi ed espedienti come spaccare le chitarre sul palco,vestirsi come emuli di Jimi Hendrix,o forse semplicemente perchè sono maggiormente spinti da certa stampa musicale con gli occhi volti solo verso il “fenomeno” del momento (quanti piccoli fenomeni di dodici-quindici anni abbiamo visto nascere e venir celebrati come i “nuovi Stevie Ray”,per poi scomparire al compimento della maggiore età?).
Poi ho capito che questo è,volenti o nolenti,il suo carattere ed è così che bisogna accettarlo ed apprezzarlo perchè è anche in forza del suo carattere se la Musica che produce è di così alto spessore.

Noi siamo un insieme di sensazioni,emozioni,carattere,stimoli e le cose che facciamo,nel caso specifico di Nick la sua Musica,non possono prescindere da questo insieme di cose.
Eppure Nick possiede quel “qualcosa” in più che solo i più grandi hanno;quel tocco che solo i palati fini possono apprezzare.
Vi giuro,nella mia carriera ho avuto modo di avvicinare praticamente TUTTI i più grandi nomi della seicorde (meno purtroppo il più Grande di tutti),eppure non sono molti quelli che sono riusciti a farmi venire il famoso nodo in gola,quella sensazione bellissima che si avvicina pericolosamente alla commozione...ebbene Nick c'è riuscito e più di una volta.Ogni volta che dal vivo esegue “Suffering People” ad esempio,quando parte con quel suo assolo verso la fine della canzone,riesce ad inumidirmi gli occhi;oppure nella sua “Pistoia Blues” autentico atto d'amore verso un Festival della sua città che ha avuto il pregio,trent'anni fa,di gettare i semi per quella che sarebbe diventata una delle regioni più Blues d'Italia,oppure ancora nella rilettura magistrale di “Five Long Years”,contenuta nel suo bel CD “Uffizi Blues”,o quando,durante un suo concerto,i volumi si abbassano e il suono della chitarra si fa leggero leggero quasi ad ampli spenti,territori questi dove la stragrande maggioranza dei suoi colleghi si smarrisce...ecco è qui che la grandezza di Nick Becattini esce fuori prepotentemente,è qui che lui è in grado di prenderti per mano e trasportarti sulle corde della sua guitar,dove pochi,pochissimi altri riescono a portarti...luoghi fantastici,credetemi...io ci sono stato molte volte grazie a lui.
Il solo rimpianto è che se fosse nato in un Paese diverso,un Paese magari dove gli Artisti vengono apprezzati e considerati per quello che realmente valgono,il nostro Nicola si sarebbe tolto forse qualche soddisfazione in più ma tant'è;noi siamo qui,piccolo esercito irriducibile,ad attendere che lui “abbia ancora voglia” di farci provare nuove sensazioni.

1 commento:

  1. Mi dispiace...ma son contento !
    Mi dispiace, per il resto del mondo che non conosce la sua musica!
    Contento di averla conosciuta, quella sera alla Stazione Leopolda di 10 anni fa' e, come hai scritto tu, quando sono andato nel retro palco per dirgli "hey, ma tu sei un fenomeno, complimenti ! ", e Lui modestamente si e' quasi schernito...Quindi contento di aver conosciuto lui, che mi ha fatto star bene nelle serate al Keller, alle Jam, ai suoi concerti...Certo, un po' di rammarico c'e' nel vedere un talento cosi' grande "confinato" in spazi un po' ristretti ma io lo vedo sereno, felice, e poi penso che in fondo, fa uno dei mestieri piu' belli del mondo...Regala emozioni, e che emozioni ! In Pistoia blues, c'e' un pezzo che ascolto poco, perche' mi vengono i brividi...anche ora che ne scrivo...Ascolta "Blooded Games"...Ascolta le parole, ascolta il pianto, la disperazione della chitarra nel finale.... CAzzo! Ho le lacrime agli occhi ! Lo sapevo che non dovevo parlarne !
    Vi voglio bene....

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