lunedì 23 gennaio 2023

BEN HARPER, educazione ed umanità di un grande artista

 



Ben Harper ogni volta che è venuto a Pistoia e non soltanto in quel luogo, si è sempre comportato in maniera unica, dimostrando ogni volta una umanità ed una educazione incredibile.

Ho avuto modo di lavorare per lui e di scortarlo in numerose occasioni ed oggi racconterò un paio di situazioni che testimoniano questa sua particolarità.

Ricordo che dopo la sua esibizione nell'edizione del 2006  al Pistoia Blues Festival, organizzò una specie di party all'interno del Palazzo Comunale che, da sempre, funge da backstage.

Era permesso l'accesso solo ai possessori di un particolare pass ma finì che tra lui ed i suoi musicisti fecero entrare molta gente in più.

Nel giardino interno si ascoltava musica e si beveva e la cosa tirò un po per le lunghe.

Avevo tenuto con me solo altri quattro ragazzi della security per permettere il controllo agli accessi ed allo svolgimento della festa stessa, per evitare che qualche invitato cadesse in preda di eccessi, cosa che non si verificò nella maniera più assoluta, vista l'atmosfera assolutamente friendly della serata.

Ad un certo punto, visto che per i ragazzi rimasti si trattava bene o male di uno straordinario al lavoro che avevano svolto fin dal primo pomeriggio, uno di loro, indicandomi impercettibilmente l'orologio, mi fece un cenno con lo sguardo come a chiedermi quanto ancora sarebbe mancato al termine della festa. Mi si gelò il sangue perchè notai che Ben si accorse della cosa e si alzò dalla sua sedia per dirigersi verso di me. Ero pronto già ad un giustissimo richiamo da parte sua ma, con mio stupore, Ben mi chiese se la festa fosse già andata oltre l'orario consentito ed aggiunse che, se lo ritenevo giusto, avrebbe chiesto gentilmente agli invitati di andarsene.



Incredibile! Dissi ovviamente che non c'era nessunissimo problema e che avrebbero potuto continuare a stare li fino a quando lo avrebbero desiderato.

Harper parve rincuorato, mi ringraziò e tornò a sedersi accanto ai suoi amici e fans ed ogni tanto a voltarsi e sorridermi, come a cercare una ulteriore rassicurazione al fatto che non stavano disturbando.

Nel 2013 riuscì a dimostrarmi che spesso quello che decide il management di un artista non rispecchia quello che lui è in realtà.

Ne fu una dimostrazione quello che accadde con lui, artista che avevo sempre conosciuto come estremamente disponibile in tutte le occasioni in cui avevo avuto modo di incontrarlo. 

Durante il suo tour del 2013 assieme all'armonicista Charlie Musselwhite, che serviva per presentare il loro album “Get Up”, fecero tappa anche a Pistoia. Per il loro soundcheck pomeridiano lo staff dell'artista mi chiamò e pretese che assieme ai ragazzi della security tenessi fuori tutte le persone presenti, addetti ai lavori compresi, cosa che spesso mi viene richiesta. La cosa inusuale per Ben Harper fu quello un clima di esagerata protezione nei confronti dell'artista che non avevo rilevato nelle volte precedenti in cui avevo avuto modo di lavorare per lui.

Infatti, una volta terminato il bellissimo concerto che Harper e Musselwhite offrirono al pubblico presente a Pistoia, l'artista californiano non si smentì.

Il buon vecchio Musselwhite, complice anche un'età decisamente più avanzata e la presenza della moglie, si fece ricondurre immediatamente in albergo, mentre Ben dopo essersi intrattenuto nel backstage a firmare autografi alle persone presenti, mi chiamò e mi chiese di prendere una bottiglia di buon vino ed una pila di bicchieri di plastica.

Era già passata un'oretta dal termine del suo set e la piazza si era oramai quasi svuotata, c'erano soltanto alcuni piccoli capannelli di ragazzi seduti sulle tribune e sui marciapiedi a bere birra ed a parlare.

Ben mi chiese di accompagnarlo e di reggere i bicchieri ed il vino che avrebbe offerto ai presenti, a passeggiare in Piazza Duomo, prese la chitarra e andammo.

Fu così che alcuni fortunati ebbero il piacere di bere del buon vino e cantare alcune canzoni assieme a Ben Harper.

Artista dotato di una sensibilità e di un'umanità non comune, come ha sempre dimostrato nelle innumerevoli volte che ho avuto il piacere di lavorare per lui.





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