sabato 17 marzo 2012

DAIKAIJU live at Controsenso, Prato 17/03/12

Il Controsenso a Prato è uno di quei locali che magicamente resistono all'incedere di questi tempi bui, omologati e massificati.
E' un piccolo club che può arrivare a contenere un paio di centinaia di persone, alle pareti le faccione dipinte di Jimi Hendrix, Bob Dylan, i Beatles e i Kiss ci guardano rassicurandoci, come a dirci “tranquillo, sei in un posto dove puoi ascoltare good music e provare good vibrations, a contatto con tuoi simili”.



E' un tipo di posto dove, ad esempio Tarantino avrebbe potuto girare qualche scena interna per qualche suo film, chessò “Death Proof” ad esempio.
In un angolo della sala c'è un piccolo palcoscenico dove ben tre volte a settimana si esibiscono Bands della realtà emergente italiana e straniera. Spesso si può aver la fortuna di scoprire piccoli gioiellini non ancora conosciuti e restare piacevolmente stupiti dalla qualità del live appena visto.



E' quello che è successo a me ieri sera quando, dopo un'ottima apertura da parte dei Plug & Play, duo nostrano sulla scia dei Black Keys, hanno infatti proposto un'infuocata versione di “Lonely Boy” della band di Akron, si sono presentati sul palco, con indosso maschere kabuki, quattro loschi ed inquietanti figuri.



Secret Asian Man e Dyamaxion Lee alle chitarre, Conflict Brain al basso e Mr. Nein alla batteria (questi i loro pseudonimi), sono quattro ragazzi (o forse anche ex ragazzi) dall'Alabama che dal 1999 si sono messi assieme ed hanno deciso di proporre un tipo di Musica che cerca di creare un'atmosfera molto particolare.
Definire la loro Musica non è semplice, innanzitutto è un sound completamente strumentale, suono da garage band in cui le due chitarre ed un synth producono un suono vorticoso che potremmo provare a descrivere come se prendessimo Dick Dale, The Shadows e li mettessimo in un frullatore assieme a qualche suono tratto da una soundtrack di Quentin Tarantino (tipo Pulp Fiction o Death Proof) e qualche colonna sonora di qualche Manga giapponese, accendessimo lo start e lo facessimo frullare alla velocità massima consentita.
Il pubblico viene investito da questa ondata di suono e trascinato in un trip musicale abbastanza particolare, aiutati a lasciarsi coinvolgere anche dai due chitarristi che non esitano a scendere in platea per trascinare letteralmente la gente presente.



Brani come “Escape From Nebula M Spacehunter”, “”Forcefield Lifts Over Neon City” o “Zombie Harem” sono indicativi del loro particolarissimo sound.
Finale con la Band che invita il pubblicoi presente a salire sul palco (finchè questo può contenerne) e loro sotto a terminare il set, poi lasciano gli strumenti in mano alla gente e via nei camerini.
Davvero un'ottimo viaggio musicale.



So Long

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