lunedì 16 gennaio 2023

Dream Theater al Pistoia Blues 2015, un curioso aneddoto.


 

Un breve racconto di una delle tante cose curiose che mi sono successe durante la mia lunghissima militanza come responsabile della security al Pistoia Blues Festival, il più longevo Festival di genere in Italia.

Questa volta protagonisti furono i Dream Theather, o meglio, il loro cantante James LaBrie.

Ero all'interno del backstage nei minuti che precedevano l'esibizione dei Dream Theater e vedevo che il loro cantante James LaBrie stava cercando, di scaldare la sua voce. Notavo però, sapendo essere loro dei perfezionisti esagerati, un suo certo disappunto causato dai rumori che venivano dalla Piazza e dal rumore che stavano facendo gli addetti ai lavori nello spostare i vari strumenti; decisi così di andare a chiedergli se avesse bisogno di un posto un po' più tranquillo per prepararsi; mi guardò ed accettò entusiasta.

Lo accompagnai al piano di sopra dove si trova il museo, museo ovviamente chiuso a quell'ora, dove però c'è un bellissimo corridoio silenzioso, sovrastato dallo stemma della città e da alcuni quadri enormi che James guardò a lungo.

C'è anche il gabbiotto del custode, un ometto piuttosto anziano con un paio di grandi occhiali, al quale chiesi se potevamo espletare questo riscaldamento vocale proprio li, vicino a lui. L'ometto guardò il cantante, alzò le spalle e ci disse: fate pure, rituffandosi immediatamente nella lettura del suo giornale.

James iniziò a fare un po' di stratching ed ad emettere suoni sempre più acuti e alti che, nel volgere di un paio di minuti, diventarono altissimi.

Io, seduto su un divanetto, aspettavo che terminasse, mentre il custode, lo guardava perplesso al di sopra dei suoi spessi occhiali.

Dopo appunto un paio di minuti, sentìì che una persona stava velocemente arrivando su per le scale e, una volta entrato della porta laterale del corridoio con un bicchiere di acqua in mano, iniziò ad urlare "Franco, Franco!!!!!".

Era un altro giovane impiegato del Comune che immediatamente bloccai spiegandoli velocemente la situazione. Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, dicendo che aveva pensato che quelle urla così alte fossero state emesse dall'anziano custode che magari si stava sentendo male e la cosa mi fece ridere tantissimo, perchè mentalmente mi immaginavo l'ometto che emetteva dei suoni così estremi.

Dovetti successivamente spiegare al cantante, che ci guardava in maniera interrogativa non capendo quello che stava accadendo, la situazione e ci facemmo assieme delle grandi risate.



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