Gli anni '60-'70; i "veterani" di un'epoca musicale forse irripetibile; i giovani di oggi ed il loro modo di fruire musica rispetto ai tempi dei loro fratelli maggiori (in certi casi anche padri), ma soprattutto il rapporto, a volte difficile, tra gli uni e gli altri..
Io ho vissuto quell'epoca e posso garantirvi che per noi amanti di un certo tipo di musica, quella che bene o male, derivati e non, viene ascoltata da molti miei lettori, non era così semplice. L'italia non era certo un Paese all'avanguardia come l'Inghilterra e trovare i dischi non era impresa da poco. C'era tra noi un passaparola continuo e chi aveva già "Lizard" dei King Crimson o il "III" dei Led Zeppelin in edizione originale (con la ruota che gira mostrando le facce dei 4 Zep sulla front cover) era guardato con un misto di invidia ed ammirazione.
Noi da Firenze dovevamo andare a Bologna dove c'era un negozio (Nannucci) che importava i dischi dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti almeno un mese prima che arrivassero da noi.
Ogni album acquistato era dunque una piccola conquista e, spesso, ci riunivamo a casa di uno e dell'altro per ascoltare gli ultimi acquisti e le novità e per valutarle assieme.
Frequenti erano le registrazioni dei dischi su cassetta, per aiutare in un certo modo, quelli che non avevano le possibilità economiche per acquistare tutto quello che di buono usciva in quei lontani giorni.
Le trasmissioni radio erano pochissime e ad orari scandalosi.
La principale rivista del settore era "Ciao 2001" dove Manuel Insolera e Enzo Caffarelli trattavano prevalentemente Prog Inglese ed italiano, facendoci perdere l'interesse per quasi tutto quello che veniva dalla West Coast e dal Sud degli Stati Uniti, però noi non ci disperavamo e con le armi che disponevamo (registratori a cassetta, viaggi all'estero con ritorni carichi di vinili, ecc.ecc.) alimentavamo quella passione che era spaventosa.
Chiaramente vivere quella passione in quel preciso periodo storico era fantastico perchè vivevi le cose nel momento che "accadevano",ti trovavi così a veder nascere la Premiata e il Banco, ad assistere alle prime calate sul nostro suolo di Artisti come Canned Heat, Rory Gallagher, King Crimson, Genesis (quelli veri con Peter Gabriel), Deep Purple (anche loro quelli VERI!), Grand Funk con Humble Pie di spalla; insomma vivevi la cosa nel momento che accadeva ed era splendido.
Gli Amici che mi son rimasti vicino da quegli anni sanno a cosa mi riferisco, come me hanno visto grandi gruppi sciupare il loro stile, vendersi al Dio denaro o solo semplicemente perdersi per strada per poi magari ritrovarsi; tutto questo ha fatto parte di una storia arrivata fino ai nostri giorni ed anche noi arriviamo ai nostri giorni...
Ho la fortuna di condividere la mia passione più grande, quella per la musica appunto, con la mia ragazza che appartiene a questa generazione, essendo molto più giovane di me ed essendo però, oltre che appassionata, anche musicista.
Spesso mi ha visto strabuzzare gli occhi leggendo alcune cose scritte sia su facebook sia su altri social network da presunti pseudointenditori dell'ultim'ora ed è così che ho deciso di fare un attimo di chiarezza.
Tempo fa le feci un esempio di quello che penso riguardo a quello che accade, in molti casi, ad un ragazzo che inizia ad approcciarsi al mondo musicale:
prendete un ristorante dove sapete che il cibo è ottimo, vi sedete e, dopo un ottimo antipasto, ordinate un buon primo, un secondo con uno stuzzicante contorno, innaffiate il tutto con un vino di una particolare annata, casomai un dessert, un caffè ed un liquorino per digerire il tutto e, se nel frattempo il fegato non vi ha salutato per andarsene ad un concerto di Bruce Springsteen, chiedete il conto e ve ne andate.
Prendete invece lo stesso ristorante e provate a pensare se tutte le cose che avete ordinato, vi fossero invece portate in un'unica zuppiera!
Mangereste tutto assieme!
Questo è un po' quello che può succedere ad un ragazzo di magari diciotto anni che inizia a seguire la musica oggi.
Alcuni più fortunati, iniziano magari ascoltando Heavy Metal, spinti magari da amici già appassionati a quel particolare genere e poi, incuriositi e vogliosi di capire da dove viene quella musica per loro così affascinante e contenente quello spirito di ribellione che non hanno le musiche ascoltate dai coetanei in discoteca, iniziano un percorso a ritroso, che li porterà prima a scoprire i precursori degli anni '70 delle bands che ascoltano, tipo Led Zeppelin, Black Sabbath, Grand Funk, eccetera e poi arriveranno piano, piano a scoprire i padri fondatori del Blues, fino addirittura a Robert Johnson, in un percorso che arricchirà la loro cultura. Altri invece, incameranno una tale quantità di Musica di anni, epoche, periodi storici diversi che inevitabilmente e non per colpa loro, produrrà della confusione.
Se poi uno dei ragazzi in questione ha pure la presunzione di essere un "intenditore" e dar lezione di "sapere" agli altri, nascerà il vero problema. La confusione aumenterà ancora di più.
Altro piccolo ed illuminante esempio: un ragazzo legge da qualche parte di un grande chitarrista inglese degli anni '60, tale Jeff Beck (così tanto per fare un nome), e pensa di cercare qualcosa.
apre wikipedia, e vede che è un chitarrista blues inglese, legge un paio di recensioni, apre youtube e si trova davanti qualcosa come centinaia di pezzi.
Quale scegliere? clicca a caso.
Apre itunes o Spotify o un qualsiasi altro portale dove si può comodamente ascoltare tonnellate di musica gratis e ascolta una canzone che magari è una delle più brutte che ha fatto.
chiude itunes (senza nemmeno finire la canzone) e decide che Jeff Beck non gli piace.
Stop. Fine.
Ma non solo. A quel punto parlerà con i suoi amici di Jeff Beck, dicendo loro che è un chitarrista ipertecnico (?!?) stile satriani (?!?) che però non è veloce e ipertecnico come i chitarristi del G3 (?!?)
Molte volte poi bisognerebbe tener conto appunto dei periodi storici in cui è stato concepito un album.
Un piccolo esempio, a tale proposito, riguarda una Band arciconosciuta: i Deep Purple. "Perfect Strangers" dei Deep Purple appunto, è un grandissimo album ma non avrà mai la forza dirompente che ebbe nel mondo del Rock un disco come "In Rock" del 1970 che coglieva la Band nel suo momento creativo migliore e soprattutto nuovo. Ecco quindi che la distanza temporale tra i due dischi risulta enorme per chi li ascolta per la prima volta uno dietro l'altro ma il valore storico di "In Rock" può essere percepito maggiormente da chi ha vissuto l'uscita del disco in prima persona.
A non aiutare un giovane nella sua crescita di una propria cultura musicale ha aiutato anche il terribile ventennio che abbiamo passato, che purtroppo sembra ancora ben lontano dall'essersi concluso.
Sotto il profilo culturale in generale, questo ventennio, è stato terribile. Le televisioni, con i loro reality show e con i loro programmi insulsi, non hanno certamente aiutato questa generazione a farsi una cultura musicale anche di base.
Nel passato, neppure troppo lontano, esistevano ad esempio programmi musicali, addirittura quotidiani come "DOC" di Renzo Arbore, a cui collaborava anche il mio indimenticato amico e compagno di mille avventure musicali, Ernesto De Pascale, che presentavano il meglio del panorama musicale del periodo, rigorosamente dal vivo.
Oggi? Oggi i giovani sono ridotti a tifare per ragazzi come loro, ragazzi mandati allo sbaraglio da un'industria discografica priva di scrupoli, che li sbatte davanti alle telecamere in un reality, a cantare canzoni sicuramente non scelte da loro stessi bensì da persone che "studiano" appositamente per loro il personaggio da cucirgli addosso per poter piacere ad altri ragazzi; fino al prossimo reality, dove saranno prontamente dimenticati in favore della nuova ondata. Praticamente masticati e sputati.
Come uscire da tutto ciò? Non è semplice; i social network possono essere una via. Chi ha vissuto periodi migliori metta a disposizione le proprie esperienze per aiutare gli altri a conoscere cose di cui si rischerebbe di perderne la memoria, cercando anche di restare attuali, perchè il fossilizzarsi sul passato, ancorchè splendido, può essere un pericolo ancora maggiore.
Musica bella c'è stata nel passato ma c'è anche oggi e ce n'è davvero tanta; basta avere la voglia di cercarla e scoprirla.
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