sabato 8 marzo 2014

Ron Wood & Bo Diddley live at Pistoia Blues Festival 1988

Era il 1 luglio del 1988 ed eravamo alla prima giornata del “Bluesin' 88”, allora il Pistoia Blues Festival aveva assunto quella denominazione, una edizione quella, che sarebbe in seguito divenuta leggendaria per i nomi di assoluto rilievo che componevano quel cartellone.
Si erano già esibiti i primi artisti (Billy Branch, A.C. Reed, Maurice John Vaughan e la Blues Band),nei camerini ed in tutto il backstage serpeggiava una certa apprensione; stava infetti per arrivare, non un musicista del circuito blues vero e proprio, bensì una vera e propria rockstar: Ron Wood dei Rolling Stones.
Si sarebbe esibito assieme ad una vera e propria leggenda, vale a dire Elias Bates McDaniel, meglio conosciuto come Bo Diddley, per un tour denominato “The Gunslinger Tour” in omaggio all'album del 1960 “Bo Diddley Is A Gunslinger”.
 Ero il responsabile della security della manifestazione, pertanto il tour manager di quella turnee venne da me e mi chiese di piazzare una persona fissa accanto a Ron Wood, persona che avrebbe dovuto seguirlo in ogni suo spostamento.
Inizialmente assunsi personalmente quel ruolo e posso confermare, in tutta tranquillità, che i modi, gli atteggiamenti e, addirittura, le movenze, erano quelli di un vero Rolling Stone.
Anche per quanto riguardava le leggende che giravano attorno alla sua persona, garantisco che...è tutto vero! Infatti nel suo personale gazebo (all'epoca i camerini all'interno del palazzo comunale, erano dei gazebo), venne messa al centro del tavolo una bella bottiglia piena di bourbon di un'ottima marca. La prima metà di quella bottiglia verrà fatta fuori ancora prima di salire sul palco, la seconda appena finito lo show.
Non si comportava però assolutamente da rockstar, con tutti i capricci che quella tipologia di artista può avere (e questo era il bello) ma scherzava un po' con tutti nel backstage, me compreso e dava un'immagine di se piuttosto disincantata.


Mentre mi trovavo di fronte al gazebo/camerino di Ron Wood, che se ne stava al suo interno, bello tranquillo ed intento a gustarsi il suo pregiato bourbon, ed ero assorto nei miei pensieri, si avvicinò Bo Diddley che, guardandomi i bicipiti mi chiese “Are you a boxing fighter?”; gli risposi che avevo fatto anche del pugilato ma che mi ero dedicato per molti anni alle Arti Marziali, nella fattispecie al Karate; confermai comunque che amavo comunque molto il pugilato.
Dovete sapere che il quei giorni il pugile di maggior successo, il Campione del mondo dei pesi massimi, era Mike Tyson, che proprio in quell'anno aveva sconfitto a Gennaio il vecchio Campione Larry Holmes per ko alla quarta ripresa, a Marzo sempre dello stesso anno Tony Tubbs, sempre per ko stavolta alla seconda ripresa e, addirittura un paio di settimane prima della serata del Pistoia Blues, Michael Spinks, stavolta addirittura alla prima ripresa. Era Mike Tyson, insomma, in quel preciso momento una vera e propria strepitosa forza della natura; il pugile del momento.
Diddley mi chiese se avevo visto il match con Spinks ed alla mia positiva affermazione ci mettemmo a parlare tranquillamente della devastante potenza dei pugni di Tyson, che l'artista dimostrava ammirare molto, arrivando persino a mimare di fronte alla mia imbarazzata figura qualche jab e qualche montante!
Davvero un personaggio incredibile e davvero incredibile la situazione in cui mi stavo trovando con alle spalle uno dei chitarristi dei Rolling Stones che, all'interno del suo gazebo, se ne stava tranquillo a bere e, davanti a me, una vera e propria leggenda del Rock'n Roll come Bo Diddley che, se non stavo attento a schivarli, mi avrebbe colpito con uno dei suoi pugni.
Queste sono cose e momenti che, indubbiamente, resteranno per sempre impresse nella mia mente e che solo in un'atmosfera come quella, unica, del backstage del Pistoia Blues dove da sempre gli artisti, di ogni tipo, riescono a rilassarsi completamente ed a comportarsi quasi come se fossero ad un party nel giardino di casa loro, possono accadere.


Sul palco entusiasmarono completamente il pubblico.
Diddley, con la sua inconfondibile Gretsch rettangolare, suonò accordi semplicissimi con quelle sue manone (quasi da pugile appunto), però il ritmo, il groove e la potenza risultarono incredibili.
Ron Wood si dimostrò invece un pregevole chitarrista ed un buon cantante, nonostante non dotato di una voce particolarmente bella, anzi leggermente stridula.
La seconda parte del set, che li vide assieme sul palco fu decisamente entusiasmante, con i due che si inginocchiavano e si rialzavano in sincrono, dialogavano con le loro chitarre (bellissima  "Crackin' Up" con Diddley che ballava  come un ragazzino), incitavano il pubblico, lo richiamavano all'ordine (Diddley redarguì prontamente chi, preso dall'euforia, lancò sul palco una bottiglia d'acqua che personalmente dovetti andare a togliere tra i piedi di Wood).
Al basso la bionda Debby Hasting ed alla batteria Mike Fink, garantirono un ottimo groove sui brani che spaziarono dal repertorio dell'uno a quello dell'altro, come “I'm A Man” e “Bo Diddley” di Diddley, “Oooh La La"  dal repertorio dei Faces, di cui Wood era chitarrista e compagno di avventure e di sbronze di Rod Stewart, a classici quali “Little Red Rooster” e “Roadrunner”; insomma quasi tutta la set list del bel disco inciso in Giappone l'anno precedente, quel “Live At The Ritz” che recava in copertina un pregevole disegno di Ron Wood.

Gran festa nel backstage dopo il concerto, con i due soddisfattissimi della loro performance e della risposta avuta dal pubblico della Piazza di Pistoia.

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