domenica 28 agosto 2011

PIPER 2000 di Viareggio- Estate 1972


Il PIPER 2000 di Viareggio è stato uno storico locale che per un lustro ha dato vita ad una eccezionale stagione musicale toscana e che ha visto alternarsi sulle sue pedane i più grandi Artisti dal tardo-beat al rock,fino al progressive,o come lo chiamavamo all'epoca,pop.
Da Patty Pravo a Mal & The Primitives,The Senate,Le Pecore Nere,Four Kents,Patrick Samson Set,i primi Pooh,Spencer Davis Group,fino alla sua ultima memorabile stagione (estate 1972) che vide un cartellone incredibile.

Impossibile fare la precisa cronostoria di quella fantastica estate, mi affiderò ai ricordi, lascerò cioè scorrere i vari flash della memoria in ordine sparso; i fortunati che c'erano riaccenderanno le loro emozioni, i più giovani forse proveranno una punta d'invidia verso chi ebbe la fortuna di vivere un momento storico così lontano da quello odierno,sia per i suoni che per l'atmosfera,assolutamente unica, che si respirava in quegli anni.
Mi farò anche aiutare in questi miei ricordi dal mio indimenticabile Amico Ernesto De Pascale, tramite alcune discussioni tese a rivivere quei momenti dalle colonne di facebook, che visse con me quei fantastici giorni di quella lontana Estate.

Ricordo che i concerti (spettacoli come venivano definiti all'epoca) erano due per ogni artista in cartellone, uno al pomeriggio ed uno alla sera.

Ricordo che un mattino detti una mano a Brian Auger ed ai suoi tecnici (assieme al compianto Ernesto De Pascale) a far entrare il suo pesantissimo Hammond dalla strettissima porticina laterale del locale.Successivamente(circa trent'anni dopo) ricordai la cosa proprio a Brian Auger stesso,durante un Pistoia Blues mentre lo accompagnavo sul palco,e lui ricordava benissimo l'episodio e quella strettissima porta.
Ricordo Ollie Halshall dei Patto con sotto al piano una cesta di panni da lavare.

Ricordo Rory Gallagher che arrivò su un furgoncino scoperto e,al termine del concerto,gettò letteralmente la sua Fender scrostata (priva di fodero) sopra il furgone,davanti a tutti noi sbigottiti davanti al locale.
(E.De Pascale: Rory arrivò con una due cavalli furgonata, la famosa stratocaster super sgarrupata SENZA custodia. la sera tardi dopo il concerta la lanciò letteralmente sopra la strumentazione accuratamente stivata. restammo tutti a bocca aperta....)


Ricordo tutti i ragazzi che la sera stavano con noi davanti al locale con chitarre e percussioni a cantare le nostre songs e ricordo anche che ce n'era uno che rifaceva alla perfezione Joe Cocker (Delta Lady,High Time We Went...),salvo poi stare tutto il giorno successivo con la voce rauca per lo sforzo...
Ricordo che ce n'era uno,bravissimo,che suonava il flauto.

Ricordo Francesco Di Giacomo del Banco che stette fino alle tre del mattino con me ed un paio di amici a parlare di Musica davanti al locale e che poi,assieme al resto del gruppo,ci dette un passaggio sul furgoncino fino alla stazione ferroviaria...
Ricordo Peter Gabriel assieme ad una ragazza bellissima che,nel tempo tra il concerto pomeridiano e quello serale, si trattenne li con noi a parlare di questa fantastica band che erano i Genesis, ancora poco più che sconosciuti in Patria ma eroi qui da noi.

Ricordo ancora Peter Gabriel con una rosa in bocca al termine di "The Knife" al concerto serale (che bolgia che c'era la sera,mai visto il Piper così pieno).
Ricordo che i Genesis al gran completo, il giorno successivo alla loro data, per loro un day-off, restarono a fare una partita di calcio sulla spiaggia contro alcuni dei ragazzi che avevano assistito al concerto (tra i quali Ernesto). Io non c'ero, non ricordo assolutamente il perchè, so però che i Genesis subirono un perentorio 3-0 !

Ricordo il fantastico ed incredibile concerto dei Van Der Graaf Generator, il 4 Agosto, giorno in cui incontrai per la prima volta tre Amici che avrebbero cambiato la mia vita (Ernesto,Maurizio e Simona), concerto che ci lasciò tutti con la bocca spalancata e con "Theme One" nella testa per diversi giorni a seguire.


Ricordo il mancato concerto (già annunciato e di cui conservo ancora la locandina) degli Atomic Rooster, visto che il povero Vincent Crane aveva abbandonato tutti con il malloppo (all'epoca erano frequenti anche questi episodi).

Ricordo gli UFO,che vidi seduto sullo scalino proprio sotto Phil Mogg,che si muovevano mimando rapporti sessuali tra loro, ce li avevano presentati come intrepreti di "sexy rock"; pensate la nostra stampa di allora.
(E.De Pascale: Fortunatamente siamo stati in grado di documentare in una specie di "storia orale" un momento chiave del rock, la cosiddetta era dell'ecletismo, il dopo woodstock e il prima di...tanto altro. Il sexy rock era un termine che - a memoria - non ricordo aver mai letto fuori dalle testate italiane. Evidentemente i nostri colleghi senior, rischiando di perdersi il senso del "glam" optarono per un più terra terra "sexy"...)

Ricordo Renate degli Amon Duul II che, chissà in preda a quali sostanze, cercava di "nuotare" sull'aiuola davanti al locale durante il pomeriggio, con noi più giovani che venivamo allontanati da quelli più grandi e più esperti (e anche più "avvezzi" a capire certe situazioni)

Ricordo Willy Gray, chitarrista che aveva da poco lasciato The Trip, che mentre aspettavo proprio il concerto pomeridiano del suo ex gruppo seduto sul piccolo prato davanti al locale, venne a sedersi accanto a me ed ai miei amici e ci parlò di un suo LP in uscita dal titolo "Feeling Gray?", disco che acquistai immediatamente il giorno successivo.


Ricordo che io, all'epoca sedicenne, mi consideravo già una specie di abituè del Piper, visto che passavo buona parte della giornata davanti al locale e quasi tutte le sere dentro, spingevo quelli che venivano un po' meno spesso a seguire i concerti muovendosi e ballando, rigorosamente inginocchiati sulla moquette marrone dei gradini illuminati da luci psichedeliche.
Ricordo la Musica che Massimiliano, disc-jockey del locale per quella estate, passava per ballare: molta Soul Musica e Funky, da James Brown ad Isaac Hayes, Da Curtis Mayfield a Buddy Miles, molto Rock e molto Glam, dai Deep Purple a Joe Cocker, dai T.Rex ai Roxy Music.
Ricordo i volti degli amici di allora,alcuni rimasti con me fino ad oggi,altri persi per sempre ,altri appena ritrovati.

Ricordo i cartelloni con i nomi degli artisti che si dovevano esibire,scritti con un pennello,in maniera magistrale,da un signore che arrivava con i suoi pennelli,i suoi barattoli di vernice ed una lunga scala ed io che stavo delle ore a guardarlo affascinato...poi tornavo a casa e cercavo di riprodurre quelle scritte su di un quadernino che,incredibile ma vero,possiedo ancora...

Un'estate meravigliosa e lontana. L'estate 1972 del Piper 2000 di Viareggio.


(Le foto di: Van Der Graaf Generator, Genesis,Amon Duul II sono state scattate da Ernesto De Pascale.
La foto del lato del locale con i manifesti dei gruppi è stata scattata da Silvano Martini.
La cartolina del Piper 2000 di Viareggio appartiene alla collezione privata di Silvano Martini)

giovedì 25 agosto 2011

C'E' DEL NUOVO GROOVE IN CITTA': THE REAL MOTHER FUNKERS!



E' un piacere per me,cresciuto a pane e Black music, essere il primo a scrivere un articolo su di una Band che si affaccia nel panorama musicale nostrano. Un vero piacere ma anche una bella responsabilità, visto che sono disposto a giocarmi tutte le credenziali che mi sono conquistato sul campo, con circa quarant'anni di Musica ascoltata, vissuta, seguita nei concerti in giro per la Penisola e per il mondo, scommettendo su di loro.

The Real Mother Funkers sono una Band formatasi da pochi mesi (Febbraio 2011), una Band di quattro ragazze più un ragazzo, un po' sullo stile delle Family Band dei '70 come ad esempio Sly & The Family Stone che mischiavano uomini e donne, bianchi e neri. Sono ragazzi che provengono dalle più disparate esperienze, pur essendo molto giovani, la loro età media ruota attorno ai 22-23 anni.
Pur avendo, come ho detto, esperienze tra le più disparate alle spalle, hanno tutti un grande e profondo amore, quello per la Black Music, il Soul ed il Funky del periodo '60-'70.

Diversamente da molte Band Rhythm'n Blues loro non hanno i fiati all'interno della loro line-up, cosa questa che fa apparire il loro suono molto “grasso”, avvicinabile, per certi versi e con le dovute ed ovvie proporzioni, al groove prodotto da Bands quali Isley Brothers nel loro periodo dei seventees.

Hanno al loro attivo solamente tre uscite live: la prima l'8 Maggio 2011 a Montecatini Alto, che fu una specie di “data zero”, dove riscossero un grosso successo.
La loro seconda uscita fu come ospiti speciali in un ottimo programma di Musica sull'emittente televisina toscana TVL-Pistoia, nell'ambito di un contest chiamato “Obiettivo Blues”, contest che ha portato la Band vincitrice sul palco del prestigioso Pistoia Blues Festival di quest'anno. Nell'occasione le Real Mother Funkers eseguirono due brani live, un'accattivante versione di “Why didn't you call me” di Macy Gray ed una funkyssima “ Sing a simple song” dei Maestri del genere Sly & The Family Stone.



I video tratti da quella fortunata esibizione, che iniziarono ovviamente a girare sui vari social network, destarono l'interesse di molti (non è da tutti i giorni vedere ed ascoltare quattro giovani ragazze carine più un ragazzo suonare questo particolare tipo di genere Musicale e farlo oltretutto bene e con un groove così marcato), tra i molti che si interessarono a loro ci fu Graziano Uliani, patron e ideatore del “Porretta Soul Festival”, il più importante Festival italiano del genere, che immediatamente le contattò per assicurarsi la loro partecipazione al Festival che si sarebbe tenuto di li a poche settimane.



L'esibizione a Porretta, di fronte ad un pubblico dal palato fine che di li a poco avrebbe ascoltato Artisti del calibro di Swamp Dogg, Sugar Pie DeSanto, Spencer Wiggins e Harvey Scales, oltre a molti musicisti che appunto si sarebbero esibiti la sera stessa, fu un bel successo e sono personalmente testimone delle varie manifestazioni di gradimento da parte dei vari Musicisti e addetti ai lavori presenti quel giorno.
Brani come “Memphis Train” di Rufus Thomas, “Jungle Boogie” di Kool & The Gang, “Live it up” degli Isley Brothers, fecero ballare l'intera piazza, mentre altri come la loro stupenda e personale versione di “Que Sera Sera”, il classico del Miami-Sound “I Get lifted” o l'accattivante “If You want me to stay” sempre di Sylvester Stewart alias Sly Stone trasportarono il pubblico presente in un viaggio attraverso un Soul più intimo e particolarmente sensuale, nonostante il sole di quell'ora. Immagino il loro set con il buio della sera.

La loro line up presenta:


Veronica De Simone- Vocals
Valentina Bartoli- Keyboards
Davide Figliè- Guitars
Francesca “Fruz” Chiti- Bass
Luna Figliè- Drums

Sono disposto, come ho già detto, a giocarmi le mie credenziali su di loro. Una demo ed alcuni brani propri sono già in preparazione.
Se capitano dalle vostre parti non perdetevi il loro live, tornerete a casina vostra con una bella dose di Groove in più in corpo.
Parola di Silvano!

venerdì 19 agosto 2011

Novembre 1972: breve incontro con Demetrio Stratos.



Racconto un piccolo aneddoto su di un grande Artista, aneddoto a me molto caro che la dice lunga sul come siano cambiati radicalmente i tempi in questi (quasi) quarant'anni.
E' un aneddoto strano, normalmente vi ho abituati a racconti vissuti in maniera piuttosto "sentita" e,per me che li racconto, anche in maniera molto profonda. Questo invece è un piccolo racconto di un episodio accadutomi tanti e tanti anni fa, per cui calatevi nella parte di un Silvanino sedicenne, sognatore e amante della Musica vera, quella che già da allora aveva segnato la mia vita.

Dunque, lo "Space Electronic" di Firenze al centro della vicenda.
Lo Space, da me già citato altre volte, era il tempio del Rock a Firenze nei primi anni '70; un vecchio garage riadattato a locale polifunzionale per concerti,happening e discoteca rigorosamente Rock. Locale che ha visto esibirsi tra le sue mura gruppi come Canned Heat,Atomic Rooster,Fields,Rpory Gallegher, Jimmy Smith, Brian Auger,Van Der Graaf Generator, Strawbs,Audience, Renaissence e moltissimi altri.





E' esattamente l'8 di Novembre del 1972 ed allo Space è annunciato il concerto dei Nucleus di Ian Carr (se non li conoscete cercateli...assieme ai Soft Machine erano fra i più accreditati esponenti del cosiddetto filone Jazz-Rock; consiglio i loro primi 4 album,almeno fino a "Belladonna", disco appunto di quella turnee).
Entro allo Space, come al solito con largo anticipo, per poter così gustare l'atmosfera pre-concerto e per potermi intrattenere con gli amici musicofili dell'epoca.
Prima degli attesi Nucleus c'è però una graditissima (e non annunciata)sorpresa, ad aprire il concerto ci sono questo nuovo gruppo di musicisti di cui si dice un gran bene e di cui, tra l'altro,avevo già acquistato da pochi giorni il primo LP "Arbeith Macht Frei" (con pistolona sagomata inserita all'interno della busta!): gli Area.

Inutile dire che il loro set fu incredibile, tra l'altro (cosa rara) si esibirono con la loro primissima formazione in cui militava ancora il sassofonista Eddy Busnello.

Finito il loro stupendo set, mi recai in bagno per...un piccolo bisogno urgente.
I bagni di noi maschietti hanno la particolarita, all'epoca come adesso, di avere gli orinatoi attaccati al muro.
Mi appropinquiai ad espletare le mie funzioni (scusate...so che è ridicola questa parte del racconto...ma fu così che andò!), quando mi accorsi che qualcuno stava facendo lo stesso accanto a me...mi voltai, con un certo imbarazzo (anche perchè guardarsi in certe occasioni è' oltremodo imbarazzante!) e riconobbi...Demetrio Stratos!

Non so perchè,ma mi venne di chiedergli:

S.:"...ma...tu sei Demetrio Stratos...?"
D.:"...si..esatto!"
S.:"...quello che cantava nei Ribelli?"
D.:"...si,esattamente...(e cantando) Puuuugni Chiusi....!!!"

...un sorriso e...via,per la sua strada!
Da notare che queste brevi frasi furono dette mentre ambedue stavamo...ehm...facendo pipì!

Poi in seguito Lui è diventato quello che è diventato (il PIU' grande cantante Italiano e non solo) ed io ho avuto occasione di vederlo ben altre 4 volte nel corso degli anni 70, senza però aver più occasione di parlare con Lui.


Tutto questo per far capire l'atmosfrea dell'epoca,quando gli Artisti dopo aver suonato andavano a far pipì nei bagni del locale assieme ai clienti e poteva succedere anche episodi come questo, che poi,nella mente di un ragazzino appassionato come ero io...sarebbero rimasti impressi nella memoria.

(L foto pubblicate e da me personalmente scattate non sono di quel concerto, bensì del concerto tenuto da gli Area al "Parterre" di Firenze il 23 Settembre 1978)

lunedì 8 agosto 2011

It was 30 years ago today: THE CLASH a Firenze,23 Maggio 1981


Ero già stato l'anno precedente a Bologna in Piazza Maggiore, quando le cantine inglesi si erano incontrate con quelle italiane ed i Clash avevano dato vita a quello che già ricordavo come un evento memorabile.

Ad un solo anno di distanza i quattro tornavano in Italia per tre date: Milano, Sanremo e, addirittura, Firenze, praticamente a casa mia.

Maggio, Primavera, primo concerto dell'anno all'aperto, Stadio Comunale, Curva Ferrovia.


Faceva caldo, l'esterno della curva era già un via vai di ragazzi di tutti i tipi: punks con creste altissime, ragazzi mods style con spillette dei Jam e degli Who, rockers con chiodi borchiati e brillantina, curiosi che conoscevano a malapena "London Calling" e "Magnificient Seven" e, però, anche tutta la Firenze del Rock era presente.

Molti erano anche i sacchi a pelo nei dintorni dello stadio (davvero un'altra epoca).

Lo stadio venne aperto solo nella parte della curva Ferrovia, con il palco rivolto verso la curva davanti alla vecchia pista d'atletica (che oggi non esiste più). Ci rendemmo immediatamente conto che fu un errore far ammassare tutti in quello spazio, tanto che molta gente vedrà il concerto da dietro il palco in linea d'aria lateralmente, visto che furono aperte le tribune laterali per permettere a tutti,quelli muniti di biglietto, di poter assistere al concerto.

Il lato posteriore del palco era dominato da un ondulato che fungerà anche da scenografia e dove verranno proiettate immagini.

Le note di Morricone che precedettero l'ingresso del Gruppo sul palco lasciarono attoniti tutti i presenti, finchè nel buio, illuminati dai flash delle macchine fotografiche si riuscì ad intravedere le sagome dei quattro che si piazzarono a gambe larghe sullo stage, come quattro pistoleros pronti al duello finale di Sfida all'O.K. Corral e fu subito un tripudio. Ho sempre pensato che Bands "belle a vedersi" come i Clash ne siano davvero esistite ben poche; quattro personalità ben distinte ma che si "incastravano" perfettamente.

Sulle note finali del brano di Morricone,sempre nel buio totale,Strummer urlò nel microfono,ad un volume che fece tremare lo stadio: "Helloooooo.....Heeeeee!!!!!" ed alla immediata risposta di TUTTI i presenti,le note taglienti di "London Calling" dettero il via a quella che sarà un'autentica "orgia Rock". Uno di quegli eventi da tramandare a futura memoria.



Dietro il gruppo, sull'ondulato, comparirono immagini in un tragico bianco-nero, immagini drammatiche, prive di ogni speranza; carri armati, rivolte, devastazioni, come drammatica era l'interpretazione che dava di se stesso Joe Strummer, un autentico fascio di nervi che "viveva" la sua Musica come nessun altro Artista da me visto in precedenza.

Subito "Safe European Home" e la gente sotto sembrava letteralmente esplodere. Mai visto in precedenza un così totale coinvolgimento. "White Man In Hammersmith Palais", il singolo "Train In Vain" , che l'anno successivo ascolterò come brano molto trasmesso dalle radio in California, "Lightning Strikes", "Junko Partner" e poi la cupissima "The Guns Of Brixton", cantata da Paul Simonon con Joe al basso; Reggae sincopato e duro come colpi di fucile.

Rispetto al concerto di Bologna dell'anno precedente,concerto che resterà comunque nel mio cuore, in questo mio secondo appuntamento con i Clash, trovai una compattezza maggiore nel suono del Gruppo, Gruppo che a quel punto, in quel preciso periodo storico, aveva gia assunto un ruolo di primaria importanza nel panorama Rock mondiale, rispetto al tour precedente dove ancora erano nel momento di passaggio dal Punk più selvaggio alle affascinanti e multiformi realtà del capolavoro "London Calling".

L'inedita "Radio Clash",che sulla mia cassettina registrata catalogai come "Inedit", visto che non conoscevo appunto il brano, e poi ancora "Complete Control", da "Sandinista" arrivarono in sequenza "Ivan Metts G.I.Joe",The Call Up", "The Leader", la bellissima "Charlie Don't Surf" dove apparirono immagini del Vietnam e viene da pensare che MAI è stato rappresentato il Vietnam in maniera così drammatica e che la cosa incredibile è che questa rappresentazione viene da una Band inglese. Fu uno dei momenti più intensi del concerto. "The Magnificient Seven",durissima rispetto al disco e poi via via,con ampio uso di echi e riverbero (Cosmo Vinyl al mixer),fino al finale Punk con "London's Burning","I Faught The Law" e "White Riot".



Alla fine del concerto ci guardammo tutti,stremati come dopo un incontro di pugilato. Era stato tutto vero? Le orecchie fischiarono fino a casa; il letto mi aspettava ma le immagini che ripassavano nella mente mi impedivano di prender sonno. Al mattino, mentre la Mamma mi chiamava perchè la colazione era già in tavola, la prima cosa che feci fu quella di metter "Sandinista" sul piatto.
Lo "Scontro" aveva colpito ancora ed in maniera definitiva.

Stasera alle 21,30, a trent'anni esatti dal concerto, sarò sotto la curva Ferrovia allo Stadio (adesso) Artemio Franchi di Firenze. Giunge voce che alcuni dei "reduci" di quel meraviglioso concerto saranno li da svariate parti d'Italia. Se ci sarà ancora un po' di magia nell'aria,a trent'anni esatti di distanza,non me la lascerò certo scappare.




Scrissi questo articolo lunedì 23 maggio 2011 alle ore 12.08. Le foto dei Clash a Firenze furono scattate dall'Amico (mai dimenticato) Ernesto De Pascale.
La foto finale si riferisce alla sera del 23 Maggio 2011,quando un gruppo di "reduci" di quel favoloso concerto si riunì davanti a quello stesso Stadio per celebrare un evento importante, di trenta anni prima, nella vita di tutti noi presenti nella foto.
...Ebbene si,confermo...la Magia era ancora nell'aria. L'appuntamento è per il 2021 quando saranno 40 anni da quel giorno.


venerdì 5 agosto 2011

IKE TURNER Genio o Belzebù?


Scrivere un articolo che cerchi in qualche modo di far luce su una carriera ed una vita che presenta molti lati oscuri, oltre a moltissimi raggi di luce musicale accecanti, come quella di Ike Turner, può anche essere rischioso; si rischia cioè di urtare la sensibilità di chi giudica questo Artista solo in base alle dichiarazioni della ex moglie Anna Mae Bullock, in arte Tina Turner, che in una biografia e successivamente in un film, "What's love got to do with it" del 1993, descrive l'ex marito come un sadico violento e tiranno, che la picchiava ripetutamente e che, nel 1968, la portò persino sull'orlo del suicidio.

Premetto che chiunque alzi un solo dito su una donna in maniera violenta, merita tutto il mio sdegno; però premetto anche che non ho mai amato considerare un uomo come Belzebù ed ho sempre cercato di "capire" (tra virgolette) quello che può essere realmente successo in casi particolari come questo.

Ho sempre preferito parlare di Musica quando si parla di Musicisti; però in molti casi Musica e vita vanno di pari passo e la vita influenza pesantemente la carriera e, di conseguenza, l'Arte. Chiaramente le dichiarazioni di Tina (mai confermate da Ike) troncarono letteralmente la carriera del Musicista, sprofondandolo in un abisso di degenerazioni che lo portarono più volte in carcere.


Il brano "Rocket 88", scritto da Ike Turner nel 1951, venne definito dalla Rock'n Roll Hall of Fame come “La Prima Canzone Rock’n’Roll della Storia”; definizione questa che mi sembra peraltro una forzatura visto che è molto difficile stabilire da dove realmente parta la definizione Rock'n Roll, comunque a prescindere dal fatto se abbia inventato o meno il Rock'n Roll, la figura di Ike Turner appare come quella di un vero e proprio pioniere del Rhythm'n Blues. Fu anche un ottimo talent scout che riuscì a mettere sotto contratto Artisti del calibro di B.B.King, Elmore James e Howlin' Wolf, oltre a quella che divenne successivamente sua moglie e l'altra metà del fortunato duo Ike & Tina Turner.

La storia del duo aveva tutte le caratteristiche della storia d'amore moderna per quell'epoca (ricordo che siamo all'incirca nel 1960), Ike e Tina usarono infatti la loro storia d'amore come mezzo per arrivare al successo, sia artistico che economico.
Se Ike Turner è stato una figura fondamentale, e per alcuni addirittura l’inventore del rock’n’roll, Ike e Tina come coppia nella vita e sulla scena, erano l’incarnazione dell’irrazionalità dell’amore rock’n’roll, e si sono sempre venduti come una coppia dalla carica erotica sconvolgente e incontrollabile, travolti da una passione così forte da essere spesso violenta.

Se ci si prende la briga di analizzare anche soltanto alcuni dei titoli delle canzoni della coppia che Tina cantava, si possono vedere titoli che raccontano direttamente o meno la loro storia d'amore violento e perverso; titoli come “Please Don’t Hurt Me”, “Hurt Is All You Gave Me”, “I’m Yours (Use Me Anyway You Want To)”, “Tina’s Dilemma” e ce ne sono moltissime altre, sono indicative del fatto che la coppia abilmente "giocava" sul tema della propria relazione fatta di "dominio" da parte di Ike nei confronti della sensualissima moglie e questi elementi colpivano fortemente l'immaginazione del pubblico, facendo divenire il loro live-act uno dei più richiesti di tutti gli anni '60 e buona parte dell'inizio del decennio successivo.

Chiaramente non possiamo sapere quanto di vero ci fosse in tutto ciò, solo Ike e Tina e tutti quelli che erano a loro molto vicini, sanno quanto di realmente vero ci fosse nel loro turbolento manage, certo è che fu una operazione, a livello di marketing, molto ma molto redditizia, aiutata chiaramente anche dalla qualità del prodotto puramente artistico, prodotto che vedeva andare in scena uno degli show più sensualmente selvaggio e graffiante che si fosse mai potuto ammirare sino a quel momento.

Tutto ciò durò fino alla metà degli anni '70. Titoli come "It's Gonna Work Out Fine", "River Deep - Mountain High", "Proud Mary", "Nutbush City Limits", "Sexy Ida" furono successi planetari. Dopo questo periodo,nonostante i materiali da loro incisi non conoscessero flessione, l'interesse attorno al duo iniziò a diminuire. Fu in questo periodo che Tina prese la decisione di lasciare il marito e chiudere così anche un sodalizio artistico durato oltre quindici anni.
Dopo averlo lasciato, Tina scrisse una autobiografia in cui denunciò al mondo intero le incredibili violenze e vessazioni a cui l'ex marito, a suo dire, l'aveva sottoposta, libro questo che, come detto all'inizio,divenne in seguito un film di grosso successo.

Questa autobiografia ma soprattutto il film che ne fece seguito, diedero a Tina un incredibile successo di pubblico, pubblico che forse, in larga parte, non aveva neppure sentito parlare di Ike & Tina Turner in precedenza. L'onda di sdegno nei confronti del "cattivo" Ike divenne enorme e trasformò il Musicista nell'icona del "marito cattivo" facendolo di conseguenza sparire dalla scena musicale, portando al contrario Tina a diventare l'icona della donna che aveva subito violenza e che aveva offerto a tutte le donne del mondo la propria testimonianza affinchè ciò che lei stessa aveva subito non si ripetesse su altre.
C'è da dire anche che in quel periodo storico le dinamiche dalla coppia erano radicalmente cambiate e ciò che un tempo poteva essere stuzzicante e creare interesse, non lo era più ed anzi creava prontamente sdegno. I ruoli dalla donna era radicalmente cambiati in quegli anni e la scelta di Tina di "vuotare il sacco", proprio in quel preciso momento storico, potrebbe sembrare ineluttabile dal punto di vista economico.




Non voglio arrogarmi la scelta di giudicare una storia, come molti hanno fatto, condannando senza alcun dubbio il marito cattivo (che peraltro al momento dell'uscita del libro negò, chiaramente, di riconoscersi nel ritratto dipinto dalla ex moglie). Posso però permettermi di giudicare la coppia dal punto di vista puramente Artistico.
Ho amato moltissimo Ike & Tina Turner, le loro canzoni hanno segnato indubbiamente il mio percorso sullo studio di questa incredibile Arte che è la Musica.
Non ho altrettanto amato il percorso artistico di Tina Turner solista che reputo una cantante dalla voce grintosissima dotata di un phatos sulla scena fuori dal comune, però le sue scelte musicali mi hanno sempre lasciato molto dubbioso.
Anche le due volte che l'ho vista dal vivo (Bussoladomani- Viareggio, 16 Luglio 1978 e Palasport-Firenze,9 Maggio 1990) al di la' di performances indiscutibili dal punto di vista vocale, mi ha sempre lasciato in bocca il sapore del come se mancasse qualcosa.

Ho avuto il piacere e la fortuna di lavorare con Ike Turner nel 2003 (pochi anni quindi prima della sua scomparsa) al Pistoia Blues di quell'anno e devo dire che il suo set mi lasciò letteralmente sbalordito.
Nel 2001 con il suo album "Here & Now" ottenne la nomination ai Grammy come "Best Blues Album".
Izear Luster Turner Jr.nato nel 1931 nel cuore nero del Mississippi, si è spento il 12 Dicembre 2007 nella casa di S.Diego.
Rest In Peace.