domenica 12 luglio 2015

BILLY IDOL- Lucca Summer Festival 2015

Sono sempre stato un ammiratore di Billy Idol, sin dai tempi dei Generation X, band nata in un periodo in cui ben altre band, come Clash, Sex Pistols e Damned, riscuotevano maggiori consensi.
Ricordo però che nelle mie compilations su cassette c-90 dell'epoca la loro "Ready, Steady Go" non mancava mai.
Anche la sua carriera da solista mi ha sempre entusiasmato, certo siamo nei territori di un rock un po' annacquato dal pop, sempre però di gran classe e con una manciata di grandi hits e tante belle canzoni i cui ascolti mi riportano sempre agli anni '80, decennio particolare, pieno di contraddizioni ma anche pieno di buona musica.

La sua sfrontatezza, il suo essere un po' un ribelle quasi cinematografico, il suo ghigno malefico, quel suo essere un sex symbol, hanno suscitato in me una certa simpatia nei suoi confronti.
Ricordo pure che verso la metà degli anni '80, all'indomani dello scioglimento di Clash, anche Paul Simonon, bassista della band, si diresse verso Los Angeles ed assieme a Mickey Rourke ed appunto Billy Idol, passò un periodo dove si rilassò con lunghi rides in Harley Davidson assieme a loro. Ho sempre cercato di immaginare il numero di donne cadute nella morsa del fascino dei tre...dev'essere stato qualcosa di veramente impressionante!

La prima volta che vidi Billy dal vivo fu nel 2005, in occasione della sua partecipazione ad una serata dell'"Heineken Jammin' Festival", che lo vedeva aprire per i Velvet Revolver di Slash e Scott Weiland e degli Oasis.
Confesso che in realtà io andai principalmente per vedere lui, che infatti mi divertì moltissimo.
Era da poco uscito il suo album "Devil's Playground", disco che avevo letteralmente consumato in quella calda estate e lui, in forma smagliante, iniziò addirittura sotto il sole, con una stupenda "Super Overdrive".
Fisico da trentenne, addominali scolpiti, consueto ghigno dipinto sul volto ed un concerto tiratissimo che, a mio avviso, adombrò persino i Velvet che suonarono dopo di lui (per non parlare dei boriosi Oasis che, dopo appena quaranta minuti di musica, per me più che sufficienti, mandarono tutti a casa).

Il mio secondo appuntamento fu nel 2012 a Piazzola sul Brenta (Padova), durante l' "Hydrogen Festival 2012", dove una massa di quasi diecimila persone accorse a tributare il saluto all'ex leader dei Generation X.
Erano passati sette anni dal precedente concerto di Billy a cui avevo assistito, rimasi però sbalordito dal fatto che, a parte qualche evidente ruga in più, il suo stato di forma era assolutamente identico.
Concerto che superò abbondantemente le due ore, con lui che ci sciorinò praticamente tutti i suoi successi, con una grinta ed una carica strepitosa.

Due giorni fa sono tornato a far visita al vecchio Billy, questa volta nella vicina Lucca, durante una data del supercartellone del "Lucca Summer Festival", Festival che, assieme al "Pistoia Blues" fa della Toscana la regione musicalmente più ricca dell'estate italiana.

Circa duemila-duemilacinquecento persone attendono Billy.
Steve Stevens, autentica icona e chitarrista storico della band del Rebel Yell, arriva sul palco accolto da un boato, pochi accordi ed è subito Billy!
L'inizio è con "Postcard From The Past" dal recente "Kings And Queens Of The Underground", però noto qualcosa che non va; Billy pare addirittura un po' stonato ed il suono è piuttosto confuso.
Con "Cradle Of Love" e "Can't Break Me Down" lui si riprende ed il concerto decolla definitivamente con "Dancing With Myself".
Con un repertorio come il suo non è certo difficile tenere in mano una Piazza ed infatti ci riesce benissimo, come riesce benissimo a dissipare i miei dubbi circa quell'inizio un po' balbettante.
Una lunga introduzione, con la chitarra acustica a tracolla e via con una "Sweet Sixteen" bellissima, seguita da una "Eyes Without Face" che, come tutte le volte, ha il potere di rimandarmi alla lontana estate del 1985, quando con altri quattro amici, decidemmo di prendere i nostri sacchi a pelo e, su un vecchio Range Rover, facemmo un giro passando dalla Francia, per arrivare nei Paesi Baschi, fino a Pamplona, dormendo dove capitava (persino in una specie di palude, divorati dalle zanzare).

Non mancano ovviamente le classiche "Flesh For Fantasy", "Rebel Yell", viene persino ripescata "Ready Steady Go" che ci trasporta nella metà dei '70, quando la musica punk viveva i suoi giorni di vera gloria
Tutto bene, concerto molto divertente fino alla seconda canzone del bis.
Ci eravamo allontanati un attimo dalle prime file per andare a berci una birra (la calura di questo incredibile luglio ce lo aveva consigliato); Billy e la sua band avevano attaccato "Mony Mony" e la versione che usciva dalle casse era qualcosa di terrificante,il guppo faticava non poco nel cercare di coprire le sue evidenti defaillance vocali, non ce la faceva davvero più, come le immagini dei megaschermi impietosamente dimostravano;  per poter riprender fiato mentre cantava, respirava a bocca aperta, con il viso devastato dalla stanchezza ed eravamo a poco più di un'ora e mezza dall'inizio del concerto.
D'accordo che era caldissimo e d'accordo che il vecchio Billy è oramai alla soglia dei 60 anni, però vederlo terminare il concerto così mi è davvero dispiaciuto.

Non è certo stato un concerto da pollice verso quello a cui ho assistito, sia chiaro, però un concerto che ha avuto, a mio avviso, un inizio ed una fine da dimenticare.

Ci vediamo alla prossima vecchio leone!

(La foto dell'Heineken Jammin' Festival 2005 è di: Silvano Martini
Le foto del Summer Festival 2015 sono di: Angelo Trani)

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