martedì 23 luglio 2013

SPRINGSTEEN & I

Chissà com'è che ogni volta che mi avvicino a Bruce ne esco fuori con un senso di profonda felicità e serenità.
Chissà perchè "dopo" non riescono a scalfirmi nemmeno le parole di chi fa della facile ironia su di lui, dicendo che son vent'anni che non fa un disco degno di nota, come se Dylan da vent'anni a questa parte avesse rifatto un "Blonde On Blonde" o un "Highway 61 Revisited" o i Rolling un altro "Beggar's Banquet" (che poi Wrecking Ball è un signor disco, trovatemene molti altri superiori nello scorso anno, poche chiacchiere).



Lo ascolto dal 1973 (primo disco acquistato "The Wild..."), l'ho visto la prima volta dal vivo nel 1985 in quella magnifica notte dove riuscì a farmi sentire il sapore salato di due gocce che scivolarono sulle mie labbra all'ascolto di quella meravigliosa "Can't Help Falling In Love" (il passaggio tra un RE ed un altro futuro Re), a me, al duro per eccellenza!
Furono le prime due gocce salate di molte altre gocce, oramai senza più nemmeno il pudore e la vergogna di farsi vedere da chi avevo accanto, come recentemente a Wembley su "Something In The Night" dove è riuscito, nel breve volgere di una canzone, a farmi rivedere nel 1978 a 22 anni, chiuso nella mia stanza dei dischi, con un finto microfono davanti, imbracciando una scopa a mo' di chitarra, con la porta chiusa, mentre al di la della porta la mia indimenticata Mamma mi chiamava perchè la cena era pronta.
Immagini che anche se non le ha cantate, fanno parte di quel mondo che lui riesce a interpretare meglio di chiunque altro.

L'ho accompagnato quattro volte sul palco, assistendo ogni volta a piccoli gesti, a piccolissime sfumature che fanno capire la grandezza e l'umanità di questo Uomo.
Una storia, quella di questo "omino" (come lo chiamo io affettuosamente) e del manipolo di suoi amici, come la storia di Mary, conosciuta alla scuola superiore, con cui correva giù al fiume.
Come quella di Jimmy Il Santo che si appoggia al cofano della sua Chevy per raccontare storie e che la domenica gareggiava nel Jersey.
Come Sandy a cui chiedeva di amarla quella notte, perchè magari avrebbe potuto non rivederla mai più.
Come quelle di mille e mille altri personaggi che al mattino si alzano per andare a lavorare in una Factory...Storie che fanno parte della vita di ognuno di noi.

L'ho visto, a partire da quel 1985, in quasi ogni altro tour che ha fatto nel nostro Paese ed ogni volta sono uscito da un suo concerto con una sensazione di sentirmi appagato, addirittura mi sono sentito "migliore" e, cosa da non sottovalutare, con un grande sorriso stampato sul volto, come del resto tutti quelli che mi circondavano.
Ogni momento importante, bello o brutto che fosse, è stato scandito dalla sua Musica e dalle sue Parole e dai suoi concerti dal vivo.
Momenti, volti, donne, amici, tutti sono riconducibili ad un momento passato con la sua Musica in sottofondo, come una colonna sonora della mia vita.

Ecco, di ritorno dal cinema dove ho visto, godendo, altre persone che come me condividono queste emozioni e che, in maniera dolce, buffa, sentita, appassionata, hanno saputo così bene descriverle; questo è il mio piccolo contributo da aggiungere.
Grazie Bruce. Grazie davvero.

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