Nel campo del cosiddetto Classic Rock, quel genere che strizza l'occhio a sonorità datate più vicine ai settanta che non ai giorni nostri, non è semplice trovare bands in grado di dire qualcosa di nuovo. Bene o male i generi sono già stati spremuti a dovere ed è così che i più giovani hanno tutta un'autostrada davanti per poter scoprire le glorie di un luminosissimo passato, ma i più anziani troveranno sempre dei problemi nel trovare in quei generi che vanno sotto la dicitura appunto di “Classic Rock” (Rock, Rock-Blues, eccetera), qualcosa che stimoli la propria curiosità.
Dalla Toscana, più precisamente da Firenze, viene invece fuori una band di “veterani” del genere, che ha deciso di mettere da parte i dubbi e di tuffarsi completamente in un'avventura nuova e stimolante ma con lo sguardo rivolto a certe sonorità sempre molto care.
I General Stratocuster And The Marshals, questo il nome della band, sono composti da musicisti conosciutissimi da chi frequenta il mondo musicale fiorentino, fin dai primissimi anni '70, quando in alcuni casi, alcuni di loro, con le rispettive bands, si esibivano in quei locali che sono divenuti vere e proprie leggende nel circuito fiorentino, lo Space Electronics (recentemente tributato giustamente dal bel libro di Bruno Casini “Ribelli Nello Spazio”) su tutti.
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La formazione della band vede tra le proprie fila infatti: il “Generale” Fabio Fabbri che ricordo nel 1973 con i capelli lunghissimi, alla maniera di Robert Plant, suonare la chitarra con i Jay, band cult fiorentina del periodo 1973-74, antesignani di un certo British-Rock che strizzava l'occhio a certo Glam Rock del periodo.
Iacopo “Jack” Meille, dalla voce potentissima, frontman inoltre dei riformati Tygers Of Pan Tang, band dell'ondata Metal anni '80. Richard Ursillo, con il suo fido Rickenbaker bass del '74, una vera e propria leggenda in città, prima (e siamo negli anni sessanta) con i Chewing Gum, poi con una band dell'epoca Prog i Campo di Marte e, successivamente assieme a Franco Falsini nell'avventura con i Sensation's Fix. Alla Batteria ed alle tastiere rispettivamente Alessandro Nutini e Federico Pacini entrambi direttamente dalla Bandabardò.
mercoledì 22 gennaio 2014
GENERAL STRATOCUSTER AND THE MARSHALS
Il gruppo, attivo dal 2011, ha licenziato a proprio nome già due albums pregni delle sonorità che amiamo.
Il primo, dal titolo omonimo, con una deliziosa cover che riporta le due facciate di un LP, pure l'inizio del disco rimanda all'epoca gloriosa dei vecchi long playng, scricchiolìì compresi ed una fantastica ghost track che arriva ad una distanza abissale dalla fine dell'ultimo brano, per cui restate in attesa.
Brani come la tonitruante “All Because Of You”, brano che mi fa letteralmente impazzire, o “Highway” che sarebbe stato un singolo perfetto, solo se fossimo stati in un Paese musicalmente civile, danno l'esatta dimensione del tratto assolutamente internazionale della band.
Il secondo album, uscito recentemente, dalla bella copertina che ricorda certe covers di bands Southern Rock degli anni 80 (non ditemi che non vi rimanda alla grafica dell'album “Wild Eyed Southern Boys” dei 38 Specials), è un disco che getta definitivamente la maschera su quali siano le intenzioni del Generale e dei suoi sceriffi, quelle cioè di produrre un rock privo di inutili fronzoli ma che colpisce come un diretto al mento in ogni suo brano. Nove brani di produzione propria, con titoli che ti si incollano in testa per non uscirne più, come “Cute Evil Angel”, la title track “Double Trouble” o "Time" o ancora "I Just Get Scared" che contiene l'omaggio a "Purple Rain" di Prince
Sarebbe davvero il caso che qualche lungimirante promoter nostrano, ma di quelli “grossi”, se li prendesse in consegna e magari li spedisse all'estero per un tour che possa dare visibilità internazionale alla band, se lo meriterebbero alla stragrande.
Per mio conto ogni volta che passano in zona, fortunatamente spesso, non manco occasione di andarmeli a gustare: due ore di sano e vecchio fottuto rock'n roll!”
(La seconda foto denota inequivocabilmente il mio indice di gradimento per la band, direttamente dal palco del Pistoia Blues 2011)
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