sabato 14 aprile 2012

MR. BANANA BAND "Come From Here" (2012)

Toscana terra di Blues.
E' oramai assodato che la Toscana, complice soprattutto il Pistoia Blues Festival, che con 32 edizioni di grande musica ha contribuito a far nascere e crescere numerosi talenti, soprattutto sull'asse Pistoia-Prato-Firenze, è la regione più Blues d'Italia.
Uno di questi talenti, conosciutissimo nella nostra regione e soprattutto nella sua città, Prato appunto, dove è divenuto una vera e propria leggenda, grazie anche al fatto di essere da sempre il vero “Master of Ceremonies” delle infuocate jams che si tengono settimanalmente nella sua città è Marco “Banana” Pieraccini, chitarrista di rango che ha appena pubblicato il suo primo album.

Mr.Banana suona la chitarra fin dall'età di 15 anni dopo essere stato letteralmente “fulminato” dall'ascolto di una musicassetta live di Jimi Hendrix capitatagli tra le mani chissà come alcuni anni prima.
Lo ricordiamo in una precedente esperienza acustica assieme ad un altro bravo chitarrista, Joe Sintoni, in un progetto chiamato Beer Soaked Gittars basato su un robusto Blues rurale e Country Blues.



“Come From Here” è il titolo di questo bel disco, il primo inciso a nome della sua band, che ti aggredisce subito con la prima traccia “Rabbit's Mood”, un acceso strumentale che riporta a certi brani dell'indimenticato Stevie Ray Vaughan. Suono della chitarra (ovviamente una Fender Stratocaster, come da miglior tradizione del genere) bello pulito e fluido, punteggiato dall'Hammond del bravo Alessandro Solenni.
Il brano che apre le danze fa capire immediatamente di che pasta è fatto Mr.Banana e mette in chiaro a tutti che questo è un disco dove massicce dosi di quel Rock Blues che tanto amiamo non mancheranno.
Anche il secondo brano “The Genie Of The Lamp” non abbassa di un grammo il “tiro”. Marco canta con sicurezza, dimostrando anche di avere al suo arco una notevole voce molto personale, aiutato ai controcanti dalla brava Giada Martin Masoni; il brano con i suoi furenti stacchi e break scorre via che è un piacere e lascia immaginare la forza che può avere nella dimensione live.



Marco capisce che dopo due brani di tale potenza c'è bisogno di far tirare un po' il fiato agli ascoltatori e, come terza traccia, piazza un bel Blues.
Conosco il chitarrista da tempo e so che il Blues, quello bello “sentito”, è il genere in cui si trova pienamente a suo agio. “Blues It's Around Me” è il classico brano da ascoltarsi in macchina alle tre di notte girando per le strade di una città deserta, dove le cose, grazie alla luce della notte, assumono una prospettiva diversa e, con un brano così nello stereo, ti aiutano a sognare. Brano, a mio avviso, da cinque stellette.

Non c'è il tempo di riprendersi dalla magica atmosfera che il brano precedente ha creato che un'altro strumentale “When The Train Are Coming” ti aggredisce. Song questa che ricorda da vicino la “Rude Mood” di Vaughaniana memoria, dimostra ampiamente le doti in possesso del chitarrista pratese e ti fa venir voglia di salire immediatamente su quel treno che, appunto, sta arrivando.



“Mama Goose” è un bel brano, molto “roots”cantato a due voci da Marco e Giada, dove risalta il gusto del chitarrista in versione unplugged che in questa canzone suona una Takamine a cassa grossa, è la classica lite tra marito e moglie che alla fine si risolve...facendosi un po' di coccole a vicenda.
“Nobody Wants” è una ballad dal vago sapore Southern che fa pensare alla campagna, al sole e rimanda immediatamente alle belle foto di copertina del disco, con Marco che armato della sua chitarra, cammina su una striscia di asfalto in una assolata campagna.
“Biminuito” è un altro strumentale che vede ospite un bravo armonicista, il pratese Juri Pilgrim,
I due brani che concludono il disco, “I'm Trouble” un bel Blues e “You Don't Know My Name”, sono indicativi del suono corposo e pieno della chitarra di Mr. Banana.
Da sottolineare anche l'ottima Band che lo accompagna in questa sua prima avventura discografica: il già citato Alessandro Solenni alle tastiere, il bravissimo Marco Polidori al basso (già con Rudy Rotta e Nick Becattini) e Stefano Puccianti alla batteria.


In conclusione un bell'esordio su disco, che fa capire che il Rock Blues nella nostra regione è ancora vivo e vegeto ed in buone mani; per cui, sonnambuli, amanti del Rock Blues, beer drinkers (and hell raisers), l'appuntamento è con uno dei tanti live del biondo chitarrista toscano.



(La terza e la quarta foto della recensione sono state scattate da Giuliana Monti)