Il Lucca Blues Festival è una di quelle realtà che vanno preservate a tutti i costi.
Con mezzi limitati ma tanta tanta passione, Giancarlo Marracci lo porta avanti dal 2014 e sul suo palco, che negli ultimi due anni si è trasferito dal Foro Boario di Lucca al Mercato Coperto di Marlia a Capannori, si sono esibiti artisti del calibro di Guy King, Bob Stroger, Giles Robson, Richard Ray Farrel, Chris Cain, Ray Cashman e moltissimi altri, tra i quali gli italiani Roberto Luti, Luca Giordano, Giuseppe Scarpato e Finaz.
L'edizione di quest'anno aveva in cartellone un nome che mi stuzzicava particolarmente, quello cioè di Ian Siegal.Ian, inglese del 1971 nato a Portsmouth, ha pubblicato il suo primo album nel 2005, prodotto da Matt Schofield, che appare pure nel disco.
Il suo album del 2009 “Broadside” fu persino scelto dalla rivista “Mojo” come album blues dell'anno.
Due anni dopo, nel 2010, Ian e la sua band vinsero il “British Blues Award” come migliore band.
Successivamente, nel 2011, ha inciso il suo album “The Skinny” nel North Mississippi USA, con Cody Dickinson dei North Mississippi All Stars come produttore ed il disco fu nominato ai “Blues Music Awards” l'anno successivo.
Arrivo nei pressi del Mercato coperto con largo anticipo, assieme all'amico Fabrizio Berti ed il patron della manifestazione Giancarlo Marracci, che non mancherà di salutarmi dal palco prima della presentazione del set di Ian, assieme a Luca Giordano viene immediatamente a farci gli onori di casa, presentandoci a Ian Siegal, che appare immediatamente un personaggio molto particolare.Ci accoglie subito come vecchi amici, abbracciandomi e dicendomi “Welcome my new facebook friend!”, dal momento che la mattina stessa mi aveva appunto chiesto l'amicizia sul social, dopo aver visto che pubblicizzavo il suo evento.
Ha una voce molto potente e profonda ed una gestualità ed una fisicità che fa un po' venire in mente il Mickey Rourke di qualche anno fa. Come infatti gli ho detto a fine concerto, pare un mix tra Tom Waits e Mickey Rourke, suscitando le sue immediate risate!
Al momento di salire sul palco si presenta da solo con la sua chitarra e presenta un suo recente brano, mostrando immediatamente di che pasta sia la sua voce ma si ferma subito, voltandosi e chiamando sul palco la band che lo aveva preceduto, vale a dire l'ottimo Luca Giordano ed i Netto Rockfeller Trio, un bel blues trio proveniente dal Brasile, con ospite l'armonicista/tastierista Victor Puertas da Barcellona.Attaccano subito con quello che è il brano d'apertura del suo più recente bellissimo album “Stone By Stone”, che Ian mi ha regalato pochi minuti prima di salire on stage, vale a dire “Working On a Building”, che sembra un piccolo classico del blues e da qui innanzi parte un concerto che ci trascina tutti quanti nel blues del Delta più profondo!
Ian è un autentico animale da palcoscenico; in lui brucia prepotente la fiamma del blues; si dimena, ruggisce, suggerisce gli stacchi alla band; scende in platea a cantare senza microfono, direttamente in faccia ad un pubblico molto partecipe e coinvolto.
“Ero salito sul palco pensando di eseguire per voi i brani dei miei album, che ho composto ed eseguito ma, una volta ascoltato le esibizioni che mi hanno preceduto e sentendo vibrare una fantastica atmosfera, il cuore e l'anima mi hanno detto che dovevo fare un concerto di puro blues per voi!”.Classici del blues come “Got My Mojo Workin'”, “Hoochie Coochie Man”, fino ad una incandescente “Warewolves Of London”, si succedono uno dopo l'altro in un crescendo infuocato con il pubblico che si è alza dalle sedie e va a ballare sotto il palco.
Una festa che fa bene al cuore.
Torniamo a casa ascoltando “Stone By Stone” e con l'irrefrenabile voglia di rivedere Ian Siegal sul palco quanto prima possibile.
Bravo Ian e complimenti al Lucca Blues Festival!
(le foto del set di Ian Siegal sono di: Massimo Bernacchi che ringrazio)